- Indicazioni per la profilazione molecolare (NGS) dei carcinomi mammari HR+/Her2- in stadio avanzato A cura dell’Autorità Centrale di Coordinamento Rete Oncologica
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PROFILO DI UTILIZZO DEL PERTUZUMAB / TRASTUZUMAB SOTTOCUTE
A cura del Dott. Mario Airoldi – Coordinatore Area Ospedaliera Rete Oncologica Piemonte e Valle d’Aosta
PROFILO della PAZIENTE CON CARCINOMA MAMMARIO
Il profilo della paziente che riceve un trattamento adiuvante non è sovrapponibile a quello della paziente con malattia metastatica che a sua volta ha diverse caratteristiche se la malattia metastatica è l’esordio di malattia.
La paziente in trattamento adiuvante/neo-adiuvante ha come obiettivo la guarigione da conseguire nel minor tempo possibile attraverso una terapia la meno traumatica possibile sia dal punto di vista fisico che psicologico.
In genere è una donna con età inferiore ai 55 anni che ha una famiglia ed una attività di lavoro e che vuole normalizzare la sua vita rapidamente. Accetta poco i lunghi stazionamenti nelle strutture sanitarie e tutto ciò che ricorda la malattia (alopecia, neuropatie, catetere venoso centrale, ecc).La paziente con malattia metastatica all’esordio vive un momento drammatico ed inatteso; in genere sintomatica ha il bisogno di un trattamento rapidamente efficace, di rassicurazioni e, almeno all’inizio, frequenta le strutture ospedaliere in maniera altamente motivata con l’obiettivo di lenire i sintomi ed intercettare un futuro più favorevole. Dopo un periodo in cui verifica i risultati positivi ha bisogno di essere meno soffocata dalla protezione sanitaria e vuole riappropriarsi della propria vita familiare e sociale.
La paziente con malattia recidivata ha goduto di un periodo in cui si è sentita fuori dall’incubo per cui la ricaduta è un momento di profondo trauma che necessita di un cordone sanitario tempestivo ed efficace; quando la terapia è efficace la paziente sente la necessità di ritornare, seppur ad un livello generalmente inferiore, ad una vita familiare, sociale e lavorativa la più completa possibile.
Fatte queste considerazioni generali le terapie sottocutanee sono da proporsi in particolari situazioni cliniche e logistiche che di seguito riportiamo:
- PAZIENTE CHE HA IL TERMINATO PERCORSO DI CHEMIOTERAPIA E ACCEDE AL DH SOLO PER LA TERAPIA BIOLOGICA
- PAZIENTE VINCOLATA A TEMPI RISTRETTI DI TERAPIA IN RAGIONE DELL’ ATTIVITA’ PRODUTTIVA O DI IMPEGNO ATTIVO NELL’AMBITO LAVORATIVO E SOCIALE
- NECESSITA’ LAVORATIVE O DI TRASPORTO PER SOMMINISTRAZIONI AL MATTINO PRESTO, AL POMERIGGIO TARDI, NELL’INTERVALLO DI PRANZO
- FAMIGLIA CON FIGLI MINORI O PORTATORI DI HANDICAP NON ACCUDITI IN MANIERA OTTIMALE
- SINDROME ANSIOSA/DEPRESSIVA O DISAGIO LEGATO ALLO STAZIONAMENTO NELLE STRUTTURE SANITARIE
- RIDOTTA CAPACITA’ MOTORIA
- PAZIENTI CON PREGRESSI EFFETTI COLLATERALI LEGATI ALL’ACCESSO VENOSO (TROMBOSI ,INFEZIONI, ECC) CHE SCONSIGLIANO IL POSIZIONAMENTO DI UN NUOVO ACCESSO VENOSO
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PROBLEMI GESTIONALI DEL DH
Oltre alle caratteristiche della pazienti una terapia con somministrazione sottocutanea è da proporsi in determinate situazioni logistiche che di seguito riportiamo:
- DIFFICOLTA’ GESTIONALI NEL TIMING DEL DAY HOSPITAL ONCOLOGICO (restrizioni nell’orario di erogazioni delle prestazioni; tempi limitati di operatività, attivazione di ore straordinarie)
- DIFFICOLTA’ GESTIONALI NEL TUROVER DGLI SPAZI DEL DH
- CARENZA DI PERSONALE ADDETTO ALL’INFUSIONE O ALLA PREPARAZIONE
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Si ritiene fondamentale, ai fini prescrittivi, riportare una delle motivazioni sopra riportate.